CMRI parte 2: correzioni e risposta alle obiezioni

Part 2 of a three part series: Part 1, Part 3

Alcune persone hanno letto l'articolo pubblicato il mese scorso sulla CMRI senza sapere nulla di chi sono e di cosa scrivo.  Non sapevano che non sono uno che mette in giro voci, o che cerca titoli sensazionali. In un certo senso, True Restoration è molto "noiosa" in ciò che offriamo: episodi radiofonici sul Catechismo, sulla Sacra Scrittura, sull'Anno Liturgico, sulla devozione alla Madonna, solo per citarne alcuni.  Abbiamo a lungo evitato le questioni controverse, anche se abbiamo registrato un episodio sui vaccini nel gennaio del 2020, prima che fosse un argomento di vera contestazione. In quell’episodio, un sacerdote ha argomentato che il vaccino non è né intrinsecamente buono né intrinsecamente cattivo, spiegando il tema della partecipazione remota a un male come indicato dai princìpi della teologia morale. Questo è quanto di più vicino a un argomento "controverso" sia stato offerto negli ultimi anni. 

In passato abbiamo fatto una serie di episodi di Trad Controversies con don Cekada, in cui è stata esplorata la sua storia, assieme alle sue esperienze alle prese con varie controversie.  Alcuni di questi episodi riguardavano la SSPV, in reazione dei quali almeno un paio di nostri abbonati paganti hanno cancellato i loro abbonamenti con noi, chiamando gli episodi con dei brutti epiteti.

Ciò che era curioso per me all'epoca, ed è ancora curioso, è l'incapacità di qualcuno di guardare le accuse e chiedere: "È vero?"  Invece quello che abbiamo rilevato è stata pura partigianeria: "Questa è la mia gente, non può sbagliare, come ti permetti".  Ma nessuno può dichiararsi esente dai giudizi, non la SSPV, non la CMRI, non il RCI, non l'IMBC, non il clero della SGG, nessuno, non solo ora, ma nemmeno se la Chiesa fosse in una situazione di “ordine”.  

Le risposte all'articolo che ho visto nei social media e nella corrispondenza privata via e-mail sono state spesso pura emozione:

"Chi è morto e ha fatto papa Henier (sic)?"

"Dove sono le prove?"

"Il mio prete non ha mai detto questo"

Queste accuse possono essere scaturite dalla tendenza nella nostra società a leggere un titolo invece di un articolo e, in questo aspetto, probabilmente ho fallito.

Quando ho dato il titolo all'articolo "Perché la CMRI non è un’opzione valida per i cattolici seri", ho dato alla gente un motivo comprensibile per reagire emotivamente e ho fornito una conclusione che non avevo ancora dimostrato. Per questo ho cambiato il titolo dell'articolo in "Quello che i cattolici seri dovrebbero sapere sulla CMRI". Questo inquadra l'articolo nel formato che avevo originariamente previsto, che era quello dell’apertura di una discussione, con la speranza di favorire un cambiamento nella politica della CMRI, per quanto possibile.  Ho fatto un errore su questo fronte e me ne scuso.

Sono stato alle Messe della CMRI in tre continenti e ho sentito da numerosi fedeli che il loro clero della CMRI dice loro che va bene andare a Messe una cum. Non credo che ci sia una vasta cospirazione di laici che mentono sulla CMRI. La testimonianza che ho sentito da queste persone è anche correlata alla mia esperienza personale con Mons. Pivarunas, che contraddice direttamente questa parte, ma non la conclusione principale del documento ufficiale, ora su un sito web della CMRI, che afferma la "condanna" alla partecipazione alle Messe una cum, anche se nello stesso documento si può ancora trovare: “D'altra parte se per qualsiasi ragione i fedeli sentono il bisogno di ricevere la Comunione, essi possono assistere e prendere la Comunione a tali Messe quando non ci sono altre Messe disponibili” (enfasi riportata dall’originale).

Non ho sentito alcuna "condanna" da parte di Mons. Pivarunas quando gli ho chiesto in merito a questi argomenti. Per questo sono stato accusato da alcuni lealisti della CMRI di falsificazione (ovvero del fatto che io stia mentendo) o di proof-texting (del fatto che io abbia preso le parole del vescovo fuori dal contesto). Posso solo controbattere con la mia esperienza personale in risposta alla prima obiezione e ridere della seconda nel contesto del documento citato, in quanto all'epoca ero alla ricerca diretta di risposte sull'opportunità di partecipare alle Messe una cum, e stavo affrontando la questione dal punto di vista morale. Il vescovo ha avuto un'opportunità di intervenire personalmente su di me per dirmi di non farlo e ha scelto invece di incoraggiarmi nel mio comportamento sbagliato.

Confermo la mia testimonianza personale riguardo Mons. Pivarunas e aggiungo le testimonianze di altri che hanno partecipato alle Messe della CMRI e sono stati personalmente testimoni di atteggiamenti lassisti da parte del loro clero riguardo alla partecipazione alla Messa una cum.

Per quanto riguarda la questione della moralità della partecipazione alle Messe una cum, è stato tirato fuori l'argomento vecchio di due decenni del "non si tratta di peccato mortale", che è stato affrontato dal clero di entrambi gli schieramenti. Non è compito di un laico parlare di ciò che è un peccato mortale o meno o discutere con il proprio clero (siamo pecore, non pastori), e certamente non abbiamo mai affrontato una cosa del genere nel nostro articolo originale. Tuttavia, nell'interesse di portare avanti la conversazione, facciamo un passo indietro rispetto all'argomento "è un peccato mortale" e chiediamoci "è in qualche modo prudente"?  La risposta è un no molto netto.

Per analogia, posso parlare delle conversazioni che ho avuto con il clero della SSPX sul nuovo rito di consacrazione episcopale, che ha implicazioni per una valida ordinazione sacerdotale. Dopo aver girato in tondo per 15 minuti, ho deciso di tagliare corto: "Padre, andrebbe a confessarsi con uno di questi preti (ordinati da vescovi consacrati nel Nuovo Rito)?".  È uscito fuori un rapidissimo "no", quasi involontariamente. Così, dopo aver sostenuto la validità di questi sacerdoti, il sacerdote ha confessato che effettivamente, non credeva personalmente nella loro validità.

Anche la natura umana è debole, quindi quando noi laici sentiamo dire "non è un peccato mortale" spesso (erroneamente) assumiamo che "vada bene così" e le testimonianze che ho sentito da alcuni fedeli della CMRI indicano che è esattamente quello che è successo.  Non importa se coloro che hanno letto il mio articolo hanno risposto indignati di "non averlo mai udito prima".  Sono davvero disposti ad assumersi la responsabilità delle parole di ogni prete della CMRI nel mondo?  Sono davvero disposti a chiamare bugiardi tutti coloro che hanno detto di aver sentito che la partecipazione alle Messe una cum è permessa da alcuni sacerdoti della CMRI? Sono davvero disposti a non credere a qualcuno che ha avuto la volontà di dichiarare pubblicamente ciò che gli è stato detto personalmente da Mons. Pivarunas, quando è probabile che questo lo renda oggetto di critiche (che è proprio quello che è successo)?

Quindi, invece di fornire un sacco di citazioni del clero su come qualcosa non sia "un peccato mortale", perché il clero della CMRI non fa invece quello che penso siano tutti capaci di fare? Rilasciare una dichiarazione in cui si afferma che i sacerdoti della CMRI non parteciperanno mai personalmente in modo attivo a una Messa una cum, elencandone le ragioni. Questo toglierebbe ogni dubbio sulla politica della CMRI e chiuderebbe la porta alla partecipazione alle Messe una cum da parte dei fedeli, "perché il sacerdote mi ha detto che non è un peccato mortale". Il calcolo morale per una tale decisione cambierebbe seriamente se la cornice fosse: "Il sacerdote mi ha detto i motivi per cui non parteciperebbe mai ad una Messa una cum".

Una tale dichiarazione da parte della CMRI, apparentemente la più grande organizzazione cattolica tradizionale sedevacantista in tutto il mondo, sarebbe una rivoluzione, sarebbe benvenuta, e sarebbe sostenuta su questo blog.

Per quanto riguarda la seconda questione, P. Carlos Borja ha rilasciato una "risposta" su Twitter (non proprio una sede appropriata per rispondere ad accuse così gravi, visti i vincoli di lunghezza) confermando indirettamente che la CMRI è effettivamente coinvolta nelle questioni del matrimonio, chiamandole "decisioni morali" e implicando che questo è qualcosa che è stato fatto in un lontano passato e non qualcosa che viene fatto nel presente.  Sfortunatamente, questo contraddice le dichiarazioni di P. Gabriel Lavery e di P. Francisco Radecki, i quali, interrogati a bruciapelo su questi temi in occasione del funerale di P. Cekada alla fine del 2020, hanno risposto affermativamente che la CMRI si occupa effettivamente di annullamenti hic et nunc, non in un nebuloso passato tradizionalista.  Inoltre P. Gabriel Lavery ha affermato che dice ai suoi fedeli che se lui non è disponibile per offrire loro la Messa, essi possono, infatti, andare alle Messe una cum, come quelle offerte dalla SSPX.  Non credo che P. Radecki o P. Gabriel negheranno di aver fatto queste dichiarazioni, così ora tocca agli apologeti della CMRI far quadrare le loro stridenti accuse contro di me con la realtà di queste osservazioni.

Per inciso, P. Borja ha ulteriormente sottinteso, riferendosi alla partecipazione del Vescovo McKenna a queste "decisioni morali" (leggasi: "annullamenti"), che Mons. Sanborn, consacrato da Mons. McKenna, abbia approvato tali azioni.  Questo non è il caso, e Mons. Sanborn mi ha esplicitamente confermato di non aver mai partecipato a tali "decisioni morali".

Il canone 1960 afferma che "Le cause matrimoniali tra battezzati spettano ad un giudice ecclesiastico per diritto proprio ed esclusivo" (enfasi mia) e il canone 1572 dice che un tribunale deve essere costituito dal vescovo della diocesi. Come detto nell'articolo originale, l'epikeia non permette che questi casi siano giudicati da qualcun altro oltre alle autorità elencate, tanto meno dalla CMRI. Chiamare un processo una "decisione morale" invece di ciò che è, cioè effettivamente un "annullamento", è di nuovo problematico, per non dire altro.

Don Cekada e Mons. Sanborn mi hanno entrambi detto separatamente che nella stragrande maggioranza dei casi che hanno visto nei loro decenni di esperienza sacerdotale, spesso devono dire alla coppia che è venuta da loro che almeno uno di loro ha probabilmente contratto un matrimonio valido e come tale l'unico modo di procedere sarà che la coppia viva insieme come fratello e sorella.  Il 99% va via triste, avendo avuto molti matrimoni.

***

Se non ho espresso il mio intento originale nell'articolo, mi scuso per non essere stato chiaro. Non commetterò più questo errore.

Ho scritto l'articolo per portare alla luce due questioni molto problematiche che non sono teorie del complotto ma sono problemi reali. Se saranno corrette dalla CMRI, cercheremo di essere i primi ad annunciare (e ad applaudire) questi cambiamenti.

Infine, ho corretto il paragrafo finale del nostro articolo originale per leggerlo come segue, che comunica meglio l'intento originale dell'articolo:

"Sulla base di ciò che so, credo che l'opzione migliore sia quella di non associarsi alla CMRI e per questo motivo ho cercato delle alternative migliori. Anche se vorrei che gli altri facessero lo stesso, e lo raccomando qualora sia possibile, capisco che tali alternative non sono fattibili per molti. Fino a quando la CMRI non cambierà le sue posizioni su queste importanti questioni, crediamo che i cattolici dovrebbero essere cauti nel cercare consigli morali o teologici dal loro clero, che continua ad essere affetto da queste questioni. I laici che frequentano le loro cappelle dovrebbero chiedere ai sacerdoti di fare il possibile per assicurare che questi problemi siano rettificati il più presto possibile perché sono gravi. Nessuno dovrebbe fraintendere che il nostro aver sollevato queste serie preoccupazioni implichi anche una mancanza di riconoscimento e di consapevolezza di tutto il buon lavoro che il clero di questa organizzazione ha fatto e continua a fare".

La correzione del titolo dell'articolo, l’aggiunta dei nomi dei sacerdoti e il riferire in quali circostanze essi hanno fornito le loro osservazioni (che hanno diretta attinenza con le accuse che ho fatto nell'articolo precedente), così come questo nuovo paragrafo finale, dovrebbero eliminare ogni congettura circa un nostro interesse a mentire e a lanciare bombe senza alcuno scopo. Dovrebbero indicare, invece, che siamo molto turbati e vorremmo vedere un serio cambiamento di direzione della CMRI, un cambiamento che noi come laici, per quello che è di nostra competenza, vogliamo chiedere al nostro clero in questi tempi difficili e confusi.

CMRI parte 3: la risposta dei sacerdoti e considerazioni finali

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Image: Triumph of St Hermengild - Francisco Herrera the Younger, Public domain, via Wikimedia Commons

Stephen Heiner

Stephen founded True Restoration in 2006 and served as its first President until 2023. He now lives in Reading, Pennsylvania.

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